Google+ come valida alternativa a Facebook?
La rapida crescita di utenti attivi su G+ e lo sviluppo "social" di Google non passano inosservati. Con più di 300 milioni di utenti attivi nel mondo e 3.8 in Italia, G+ ha superato Twitter ed è al terzo posto dopo Facebook e QZone, quest’ultimo usato solo in Cina.
Fin dalla sua nascita nel 2011 G+ è stato definito “un social layer”, non semplicemente un social network e questo perché è integrato con tutti gli altri prodotti di Google.
È soprattutto nel 2014 e nel 2015 che potremo assistere ad un cambiamento.
Sappiamo infatti che Facebook ha fortemente penalizzato le pagine aziendali, spingendo i brand a investire in campagne a pagamento. Ad oggi i post di una pagina aziendale sono visualizzati solo dai fan più attivi, non da tutti; per raggiungere tutti è necessario pagare i “promoted posts”. Quindi perché non pensare a G+ come valido strumento di informazione per i propri fan?
Vediamo i motivi principali per usarlo:
1. La piattaforma G+ risulterà sempre più importante proprio per le sue caratteristiche specifiche, che la differenziano da Facebook e per la sua rilevanza in termini di visibilità.
Ad esempio, grazie all’uso delle cerchie, quando si condivide un contenuto su Google Plus, si può decidere con quale cerchia farlo, diversificando così i contenuti. Nelle informazioni del proprio profilo/pagina G+, è possibile inserire il link del proprio sito web o quello della propria azienda, con tantissimi vantaggi per il posizionamento. Gli hangout permettono l’invio di foto, messaggi e videochiamate in modo innovativo e il collegamento con YouTube rende possibile la trasmissione in live streaming di una conferenza, una mostra, un evento.
2. Google ha introdotto il Social Advertising
Questo significa che un’azienda può proporre i propri post su G+ come banner advertising nella rete Display di Google.
Dopo una prima fase di test, dal 16 aprile 2014, chi ha un profilo G+ con almeno 1000 follower può promuovere i propri post sull’account Google AdWords, attivando una campagna Display che punti sul “coinvolgimento”.
I vantaggi sono ovviamente doppi per Google: l’azienda che intende usufruire di questo mezzo pubblicitario deve acquisire 1000 follower e quindi attivarsi per alimentare la propria rete sociale G+ e poi può promuovere i propri post su Google AdWords, riempiendo le casse di Google!
3. Google rivoluziona la ricerca con la Social Search
Si tratta di una modalità di ricerca che prevede un’integrazione di contenuti G+ e risultati organici. Se un utente si logga con le proprie credenziali Google potrà vedere nella sua ricerca organica anche risultati provenienti dai profili e pagine che segue su Google Plus e su altri Social Network collegati a quest’ultimo. Quindi al momento della ricerca, se le persone che seguiamo o fanno parte del nostro network sociale condividono link compatibili con cosa stiamo cercando, compariranno nei risultati, indipendentemente dalla loro posizione naturale. Qui l’approfondimento di Social Search
Con più dati degli utenti e più persone che rimangono loggate a Google tutto il giorno, la ricerca diventa molto più personalizzata.
Ma che cosa fa Google di tutti quei dati? La principale fonte di entrate per Google è il targeting advertising. Più Google conosce i nostri dati personali, le preferenze, i nostri comportamenti online, più accuratamente proporrà annunci mirati sui nostri interessi.
Ed è lì che Google ha un netto vantaggio rispetto Facebook e Twitter: la più grande rete di pubblicità online al mondo, con milioni di siti che pubblicano annunci di Google AdSense.
Il vero valore delle reti sociali
Il valore delle reti sociali non è nell’acquisire utenti (anche se questi sono preziosi), ma nell’acquisire dati. Tali micro-reti diventano ricche fonti di acquisizione dati utente che possono essere utilizzati per una migliore pubblicità comportamentale in luoghi diversi dal social network stesso.
Alcuni dubbi sul futuro di G+ erano sorti lo scorso aprirle, quando il padre fondatore di G+ Vic Gundotra dichiarava di aver lasciato Google. Da qui un articolo di TechCrunch che annunciava la fine di G+, scatenando una serie di speculazioni sul futuro della più grande avventura di Google nei social media. La dipartita da G+ di Gundotra, secondo alcuni come Mark Traphagen di Marketingland.com (che ci sentiamo di condividere), significa sicuramente che si prevedono grossi cambiamenti, ma non la fine di G+, come dimostra anche la dichiarazione Larry Page, in cui afferma che la società avrebbe “continuato a lavorare duramente per costruire nuove grandi esperienze per il numero sempre crescente di appassionati di G+”.
Come abbiamo evidenziato, G+ non è un prodotto che si possa aggiungere e togliere senza conseguenze vitali per Google stesso. Al momento fa parte dell’infrastruttura di quasi tutti i prodotti e servizi online di Google e a causa di tale intensa integrazione, G+ esegue una serie di funzioni utili per Google, anche a prescindere dal social network, che è la sua componente più visibile.
Quindi anche se G+ non ha avuto successo come brand e non è diventato il social network più usato, la piattaforma è stata un grande successo perché ha permesso una radicale ristrutturazione di Google che lo avvantaggia per il futuro, proprio con il Social Advertising e la Social Search.